Archivio | luglio, 2011

Hanno ucciso il dentro di me. (URCA!)

30 Lug

È fottutamente incredibile quanto sia grande la quantità di pensieri che la tua testa può partorire in 8 ore. Noia, rumore, paranoia, ansia. Che palle. Cristo fottuto. Smettila. Non riesco a guardare. Non so digitarmi i miei pensieri.
Mi fa strano assai, ormai. Camminare tra i miei fantasmi. Non è bello assai. Sono tutti girati dall’altra parte.

Probabilmente è la storia del circo di Mondratàl. Lo  zero perfetto disegnato a mano nuda. Nudo senza mani. Legati alla sentenza che ci impone di avere dieci dita e non potertene regalare neanche una.

LA FINESTRA NON MUORE/NELLA NOTTE DEGLI SCHERMI/11 E ANCORA DUE 1/TE CHE SAI CHE COSA VUOL DIRE/NAFTALINA PER UCCIDERE GLI INSETTI CHE CI MANGIANO/NON ERANO TROPPI I TRENI/3 SENZA TE/SIAMO MORTI PIU’ VOLTE NEI CAMPI/CRISTO FOTTUTO/ORA E’ SOLO NOIA DISPREZZO RIMPIANTO/ TORNEREMO ANCORA IN MACCHINA/

Stay morto. Non pensare.

Era il cielo tropo azzurro che ci lacrimava addosso, non ci permetteva di sdraiarci e di fotografare il sole, immaginare le nuvole come aeroplani o come cavallucci marini. Non è niente di tutto questo. Era solamente cemento bagnato, e gente che correva. Pisciavamo tutti sul prato sotto la pioggia, nessuno si preoccupava di quando azoto stavamo restituendo alla natura. 1 2 3 4 5 6 7 8 volte ancora.

25 Lug

La paranoia mi sta divorando, mi strappa a pezzi e ingoia senza masticare. Penso sia ora di smettere di scrivere, potrei solo farmi male.

(ERROR 404. PAGE NOT FOUND)

Andiamo a schiantarci a Milano.

24 Lug

Scrivi il tuo testamento. Ormai è tutto finito.

Sono in macchina che si torna a casa e noto sulla spalla una faccina blu disegnata a pennarello. Non ricordo. Mi scappa un sorriso. Penso sia la cosa più bella che sia accaduta. La testa fa ancora male e la pancia piange. Cristo Gorni ti odio. Bello schifo. “Milano era veleno”, probabilmente aveva ragione. Era divertente prima di buttarsi oltre il limite.  Niente. Non ci sono neanche parole per descrivere il flusso che mi sta mangiando la testa. Tutto quello che avrei voluto fare/dire. Tutto quello che non avrei dovuto fare.  Mi sta mangiando. Sto male. Non doveva andare così, ma cosa vuoi farci è la vita. Il braccio che non controlli.  Cristo. Scusate la mia non presenza.

Succede. Stay alive. La prossima.
(Facciamo che da sbronzi non vale.)
(Elimina tutto. Come back later.)

Da accendere? Questa mortale.

22 Lug

1, 2, 3 perchè? I libri si mangiano? Che palle queste luci. Smettetela di non dirmelo. Non salvarmi. Non ricordare quelli che si schiacciano. 1, 2, 3 perchè? A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z Scappo ancora nel rifugio. 3000 metri.

“…quella sera era tutto così strano. Non riusciva a stare fermo, non capiva. La testa produceva un infinità di pensieri che si accavallavano l’uno sull’altro creando un enorme palla nera. Indecifrabile, non capiva cosa succedeva. Stupido cervello. Doveva continuare a muoversi, un dito, un braccio, una gamba. Scosse la testa. Non poteva tenerla ferma. Proprio una strana serata. Quelle che non capisci cosa succede. Quelle che non sai cosa fare. Quelle che aspetti ma la luce non si accende.

Cosa stava succedendo?

Tell me. Because io non capisco.

Non era. Non era. Non pensarci.”

Fammi dare il nome a qualcosa di importante.

20 Lug

Questo è il delirio. La scheggia. Potrei raccontarti la mia giornata. La monotonia che mi schiaccia e la mente che scappa in viaggi allucinanti. Scappa dalla realtà. Potrei raccontarti la mia giornata ma non lo farò.  Scrivo di come la mente può mangiarsi la realtà. 10 minuti di vuoto.

“…cantava, cantava, non sapeva cantare. Era la cosa più stonata che mai senti in vita mia. Cantava, era rumore. Il rumore di un aereo. Uno squalo. Camminava, non aveva meta, non aveva neanche metà di se stesso. “1 + 1 = vomito” scriveva ripetuamente su qualsiasi supporto cartaceo. La notte è buia e non respirano i tramonti. Non ho gli occhi. Si toccava gli occhi con le dita. Non ho le dita. Non ho gli occhi. Cantava però. Male. Ma era qualcosa da vedere.  Un grattacielo che si arrugginiva sui tuoi tubi. Un cigno che crollava. Il più grande presentimento di vuoto che una macchina può darti.  Lalala. Adesso che tutti abbiamo perso tempo per questo possiamo tornare?”

La sensazione di benessere che le dita possono darti.
La sensazione di malessere che gli occhi possono darti.

La tastiera che mangia i miei pensieri.
La bocca che vorrebbe le tue orecchie.

Ho freddo ai piedi ma è estate.
1, 2, 3.

Un gioco sparatutto dove te non mi hai neancora colpito. Non sanguino. Sto bene. Credo. La testa è la solita. Le mani sono rosse. Le lettere sui tasti si stanno sbiadendo.

Sbiadendo.

LALALALA!

Lalalala…

18 Lug

Torna la notte che fa male alla testa del mattino dopo. Tanto vale che sia sempre sera. Non fa male alle mani che devono scrivere 5 ore prima di andare a fanculo.
Come sempre del resto. Lalalala. Non era la sua serata migliore. Ripeteva nella testa. Va bè. Urca. Sempre a riscrivere le solite banalità.

“…però, c’è ne di gente alle 2.44 di domenica mattina, tutti ancora a prendere da dietro un mondo virtuale e a sbatterlo così forte  da buttarsi della muffa sulle dita e sugli occhi, non rise di questo, quella sera. Per la prima volta.  Non rise. Andò a letto stanco. Perchè?”

La mente che partorì un buffo SCIS. Sventrata da un parto così allegro, triste di doverlo dire alle dita e non alla bocca. E’ la vita bellezza. Che dire? La città è ricca di guai. Quella città poi. Il mio infermo. Un inferno.

L’occhio che non segue più il dito prega il cervello di spegnersi. Il cervello accetta le condizioni e spara le lettere sulle lettere. Anche oggi è andata. Domani?

BI U O ENNE A SPAZIO ENNE O TI TI E. 

Fingere di far finta di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente di niente. (RIDIAMO TUTTI INSIEME)

7 Lug

(assenza di segnale)

Le trasmissioni riprenderanno al più presto.
Scusa se ho cancellato il mondo.

In busta chiusa ti riconsegno le mie dita.

6 Lug

“Io sto con te, ma amo un altra, un altra che ha bisogno di me…”

Ascoltava la canzone in macchina, con la testa fuori dal finestrino e pensava. Forse è che siamo fatti per questa guerra mediatica, per scriverci senza dare nell’occhio. E’ che non si può tornare indietro, ora. Sarebbe solamente un altra fine. Wait. C’è una rotonda più in là.

Scavalcherai le mura? Il quando che mi ammazza. Dovremmo vivere in realtà. Dovresti smettere di scrivere, Gorni. Fottuto cristo. Dovresti smettere di dirti di smettere. Dovresti leggere e basta, non continuare a schiacciare quegli scomodi tasti con le lettere disegnate sopra. Buona notte. Fanculo. Lavagna.

Ho mangiato un cistrifugioallapesceledelduegrammidite!

4 Lug

Che palle.

Guardare ancora quel fottuto blog e capire che stiamo ancora male. Il telefono non squillerà. Le dita penseranno al resto. Fottuto cristo. E’ che il mondo virtuale è il vero supplizio, la vetrina che non ti permette di entrare, di cancellare tutto, di riprenderlo. Solo di stripparti un po’ immaginando cosa succederebbe se entrassi. (Ahahahah) Che figata. 1 2 3. 1 2 e mezzo. 2.5! 1 GO! 2 YEAH! mezzo rrrg! Non capire cosa scostare, da capire cosa scrivere. MAKE A LIST! I DONE! BUT I M ZERO! YOU ARE THE ONE! Shasha! Lalalalala! Canta. SMILE! sorridi. Dillo a tutti. Che mi spiavi come io spiavo te, eravmo solamente girati dalla parte sbagliata. Chi? TE! ENNE O O EFFE O ERRE ESSE E ESSE I ACCENTO! Stay tuned bellezza!
Ho solo riaperto la finestra. LALALALALALALA! Urca! Buco. Inchiostro! E ancora le unghie. Si mangiano la tastiera del mondo che vorrei scriverti un romanzo ma non ho abbastanza fogli.

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“Ehi” le disse.

Non gli rispose.

“Uau” pensò “parlo con gli schermi”